Per i nostri cari mariti, martiri dello shopping
Originariamente pubblicato su Italians il 04.10.2012
Caro Beppe, cari Italians, ma soprattutto cari mariti martiri dello shopping, avrei una domanda banalissima da farvi: perché? Io quando vado a fare compere con il mio compagno pretendo la sua piena attenzione. Che, diciamocelo, chiedere alla commessa o all’amica se i jeans da sei milioni di dollari mi facciano il sedere grosso è puro suicidio – Perfetti! Perfetti! cinguetteranno. Il mio compagno è probabilmente l’unica persona a questo mondo che avrà il coraggio di scuotere il capo e confessare che si’, i jeans in questione mi fanno un sedere che fa provincia. Il mio lui, poi, ne avrà probabilmente già adocchiati altri con le tasche più grandi, che mi stanno molto meglio. Ma sto divagando, questo è un talento innato che non si può pretendere. Quando invece vado all’Ikea a comprare le tende – e a lui non importa un fico di cosa appenderò nel tinello – ci vado da sola, o con un’amica, così ci divertiamo un casino. Mentre lui, magari, è da un’altra parte a scegliere il cavo per lo stereo. Mariti, smettetela di sentirvi bistrattate figure romantiche! Non reclamate poltroncine, riviste, pastelli colorati e amenità varie. Non avete sei anni, non siete da McDonald’s. Se vi interessa, fate cortesemente attenzione; se non vi interessa… due isolati più in avanti c’è un MacStore! Saluti da Vienna,
Monica Mel