I quartieri pericolosi di Vienna

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Mi imbatto spesso in richieste d’aiuto riguardanti Vienna. Come imparare in fretta il Tedesco, come scrivere il curriculum per un pubblico asburgico, come trovare lavoro qui, su quali forum cercarlo, dove abitare. Riguardo quest’ultima domanda leggo spesso risposte che mi suscitano molta perplessità.

Sotto alla classica domanda in quale quartiere di Vienna mi consigliate di cercare casa?, i Viennesi ma anche gli Italiani residenti, partono spesso in quarta – e per la tangente, aggiungo subito.

“Evitare assolutamente il decimo distretto!”

“Anche il sedicesimo, meglio di no!”

“Dipende più dalla zona, in ogni distretto ci sono angoli belli e angoli brutti”

“Il settimo è a posto”

Ogni tanto uno sporadico “Ovunque purché vicino alla metro”, ma i più restano ancorati alpericoloso vs. sicuro.

Come se parlassero di Milano, o Roma, o Palermo. E questa è una distorsione della realtà. Autoctoni e stranieri residenti probabilmente non se ne rendono conto, ma loro giudicano i quartieri di Vienna secondo altre categorie. E poi presentano i risultati come se parlassero di sicurezza o pericolosità. Mentre invece li stanno giudicando secondo il loro gusto personale.

I quartieri di Vienna sono infatti variopinti, come in ogni città che si rispetti. A Vienna ci sono quartieri molto chic e quartieri molto popolari. Quartieri pieni di studenti e quartieri pieni di funzionari dell’ONU. Quartieri pieni di artisti e fricchettoni, altri con la puzza sotto al naso. Quartieri multi-culti e quartieri mono-culti. Ma sono tutti, ripeto tutti, sicuri.

Io questa cosa la tatuerei sull’avambraccio di quelli che parlano male di Vienna, quelli che tutto il mondo è paese. E certo Vienna non è perfetta, la speculazione, le fregature, l’avarizia, la cattiveria… ci sono anche qui. Temo risiedano nella natura umana.

Ma io a Vienna giro da sola, dove e quando mi pare. Scusate, sarà anche che sono una femmina e per una volta non mi sento discriminata/perseguitata dal chitiaccompagna? Ma a me ‘sta cosa mi ha cambiato la vita.

Mi sono abituata, magari, ma non me la scordo. Grazie Vienna, grazie ogni santissimo giorno.

 

PS Ricorderò sempre una telefonata con mio papà, mi ero appena trasferita nel mio primo appartamento Viennese, nel borghesissimo nono distretto, a due isolati da dalla Franz-Josefs-Bahnhof, una stazione.

“Ma sei matta? Vicino alla stazione?”

“Che c’é di male, papà?”

“Ussignur! A che ora sei rientrata ieri sera?”

“Mah, verso le due di notte”

“E come sei tornata?”

“A piedi, papà, è vicino al centro e l’autobus notturno era appena passato, non avevo voglia di aspettare il prossimo”

“E chi ti ha accompagnata?”

“Nessuno”

“AAAhhhrg!!” lo sento confabulare con mamma “vedi che cappellate che combina da sola?”

Poche settimane dopo mamma e papà mi vennero a trovare a Vienna e diedero una bella occhiata in giro. Mai più ascoltato patemi telefonici.