Paese che vai… Papa che trovi
La leggenda vuole che i momenti epocali siano quelli per i quali ci ricordiamo tutti esattamente cosa stavamo facendo nel momento in cui ne siamo venuti a conoscenza. L’attacco di Pearl Harbor, l’Armistizio, Neil Armstrong che scende dalla scaletta del’Eagle… me le sono perse tutte, ma confermo in pieno: mi ricordo benissimo cosa stavo facendo quando mi comunicarono le, finora, due notizie che mi lasciarono senza fiato.
La prima non arrivò come un fulmine a ciel sereno, vero, ma l’apice fu epocale. Sarà anche che io al liceo studiavo tedesco come lingua straniera e sulla questione avevo una sensibilità molto spiccata, ma la mattina del 10 novembre 1989 ero sicura di stare vivendo un momento storico. I miei genitori, che avevano visto il telegiornale della notte la sera prima (io già dormivo), mi raccontarono, mentre pucciavo i biscotti nel caffelatte, che la DDR aveva aperto i confini e che di fronte ai checkpoint del muro di Berlino c’erano lunghissime fie. Ad est persone che finalmente potevano attraversare il confine, ad ovest comitati di benvenuto con champagne, cioccolata e palloncini. Ancora mi si inumidiscono gli occhi.
Un martedì pomeriggio di dodici anni dopo mi arrivò un sms criptico da un amico che lavorava in un aeroporto militare “spazio aereo chiuso, esercito in massima allerta”. Ero in macchina con mamma di ritorno da una gitarella alle terme. Dopo pochi minuti entrammo in casa e trovammo papà incollato allo schermo. Si girò lentamente verso di noi e ci disse in tono piatto
“Un aereo si è schiantato conto le Twin Towers a New York”.
Ieri ho seguito il mio solito rituale mattutino: aprire il negozio, accendere i computer, dare l’acqua alla palma, spolverata simbolica, controllare la casella di posta elettronica del lavoro, aprire il sito del Corriere Della Sera. Ed eccolo lì, il mio terzo momento epocale, il Papa che va in pensione.
Non voglio commentare la notizia, l’unica cosa che mi sento di dire è che star qui a parlare di precedenti vecchi di secoli di cui ho letto solo nei libri scolastici è davvero strambo. E che in confronto alle due notizie epocali precedenti questa è diversa. La caduta del muro mi aveva riempita di gioia e di speranza; gli attacchi dell’11 settembre mi avevano provocato un panico sordo, inafferrabile. Le dimissioni del papa sono invece talmente bizzarre, talmente incredibili, che mi sembra piuttosto di riconoscere una vena di follia, che so, tipo l’arrivo dei marziani.
Comunque, ieri sera io e il Fidanzato Asburgico abbiamo guardato diverse trasmissioni di approfondimento e letto diversi quotidiani online. Nulla di eclatante da riferire. Poi abbiamo trovato questo gioiellino nel televideo di ORF, la RAI austriaca. Una paginetta nella rubrica politica internazionale, intitolata Reazioni alle dimissioni del Papa.
Ve le riporto fedelmente, solo in un ordine leggermente diverso dall’originale. Inizio con quelle che arrivano da culture profondamente cattoliche, i cui rappresentanti, volenti o nolenti, non possono nemmeno far finta di non essere rimati senza fiato. Ho poi raggruppato voci più laiche, che agli occhi dei primi, probabilmente, non hanno colto il lato incredibile della notizia. Per finire con un fuoco d’artificio super-calvinista che mi ha fatta ridere fino alle lacrime. Perdono, ma è più divertente così!
Partiamo dalle reazioni più commosse.
Il premier italiano Monti ha dichiarato di essere “sconvolto da questa notizia inaspettata”.
E in effetti rispecchia bene le reazioni che ho notato tra gli amici italiani. Sgomento, perplessità, curiosità, rabbia, indulgenza. Solo più tardi, verso il tardo pomeriggio, si sono scatenati i buontemponi e hanno cominciato a circolare i primi fotomontaggi.
Il presidente della Commissione europea Barroso si è dichiarato “commosso”.
Da un politico portoghese non mi sarei aspettata niente di meno.
Vengono poi i tiepidi, quelli che devono commentare ma lo fanno ad un livello che alla magnitudine della faccenda, un pochino, gli passano accanto fischiando.
La cancelliera tedesca Merkel tributa a Benedetto XVI “il massimo rispetto”. Gli augura di cuore ogni bene.
Manco fosse un vecchio amico che si ritira in campagna par motivi di salute.
Il presidente francese Hollande ha parlato di un “passo da stimare”.
Evidentemente condivide la mia compassione al ricordo di Papa Wojtyla e alla fatica che faceva a muoversi e a parlare negli ultimi mesi. Un rispetto tutto privato e molto umano.
Per il segretario delle Nazioni Unite Ban, Benedetto si è sempre sentito vincolato al dialogo interreligioso e si è adoperato per le sfide globali, come la lotta alla fame e alla povertà.
Una dichiarazione talmente cauta e prudente da finire per non voler dire più niente.
Poi la bomba. Ora, vi prego di immaginare la seguente scenetta, che io avevo chiarissima in testa.
Festa di addio per il pensionamento di un collega in una grossa azienda. Il collega in questione era a capo di un reparto sicuramente fondamentale, ma piuttosto oscuro. Di quelli che non ci pensa mai nessuno. Io vengo dall’automotive e alla Fiat avrebbe potuto essere il tipo che si occupava delle immatricolazioni, ecco. Verso la fine del piccolo party, al momento del brindisi con una sottomarca di prosecco, fa la sua doverosa e brevissima comparsa l’amministratore delegato. Cin-cin, pacca sulla spalla e immortali parole:
Il presidente degli USA Obama ha ringraziato per la collaborazione.
Testo originale:
ORFeins Teletext, Lunedì 11 febbraio 2013 ore 22:32, pagina 129, politica internazionale
Reaktionen auf Paps-Rücktritt
Die deutsche Kanzlerin Merkel zollt Benedikt XVI. „allerhöchsten Respekt“. Sie wünsche ihm von Herzen alles Gute. Italien Premier Monti erklärte, er sei „von dieser unerwarteten Nachricht erschüttert“. EU-Kommissionspräsident Barroso zeigte sich „bewegt“.
US-Präsident Obama dankte für die Zusammenarbeit. Frankreichs Präsident Hollande sprach von einem „höchst achtbaren Schritt“. UN-Generalsekretär Ban sagte, Benedikt habe sich dem interreligiösen Dialog verpflichtet gefühlt und sich für globale Herausforderungen wie die Bekämpfung von Armut und Hunger eingesetzt.