Il triste tramonto del pacchetto della mamma
Era un rituale bellissimo, una roba che mi scaldava il cuore ogni santissima volta: il pacchetto della mamma.
No, perché oltre a quei carichi di cibarie da contrabbandiere che i miei genitori mi portano ogni volta che salgono a Vienna in macchina, ogni tanto mi arrivavano anche delle belle buste A4, quelle foderate di bubble wrap. Dentro potevo trovare le cose più disparate… un libro di Camilleri, una rivista di moda, caramelle, una maglietta, un giochino per il gatto. Nei mesi più freddi persino un salame o una confezione di porchetta sottovuoto. A volte al posto della busta mi arrivava direttamente una scatola da scarpe piena di sorprese. La cadenza poteva variare di parecchio, a volte uno ogni due-tre mesi, a volte cadenza settimanale.
La dea delle piccole cose al suo meglio.
È da quest’autunno che non ricevo più i pacchetti della mamma. Gli ultimi due – spediti in sequenza di pochi giorni – non mi sono mai arrivati e mamma ha, giustamente, smesso di spedirli. E la spedizione assicurata costa talmente tanto che a quel prezzo non vale davvero la pena mandare in giro sciocchezze.
Nello stesso periodo è successo che due pacchetti spediti da Vienna in Sicilia siano andati persi. Erano gli unici due spediti come posta normale, senza assicurazione. Gli altri – costosissimi – sono arrivati senza problemi.
Ora, lo so bene che non bisogna mai confondere l’esperienza con la statistica, ah se lo so bene! Ma ora ho ‘sto tarlo e ci tenevo a chiedere… è solo sfiga mia o è successo anche ad altri? Negli ultimi mesi le poste italiane fanno più casini del solito?