I figli in prestito
Il Fidanzato Asburgico ed io siamo due orsi. Oppure, a voler formulare questo concetto in maniera un attimo più carina, potrei dire che stiamo benissimo da soli. Quest’estate ci eravamo quindi accinti a trascorrere due settimane di vacanza insieme a due teenager con qualche preconcetto. Oppure, a voler formulare questo concetto in maniera un attimo più brutale, potrei dire che avevamo una fifa blu. Ci sbagliavamo.
Sarà anche che i due ragazzini di cui il Fidanzato Asburgico è manager sono due stinchi di santo, di quelli che ti fanno far pace con le generazioni future e quasi, ma solo quasi, venir voglia di riprodurti. Io mi sono divertita un sacco.
Avere a che fare con un paio di ragazzini per periodi lunghi ha degli aspetti molto positivi. Che so, dopo sei informatissimo su quale sia la moda del momento, il film da vedere, l’espressione più cool per mandare a quel paese qualcuno. Robe così.
E, soprattutto, ti senti giovane. Giovane in modo un po’ scemo a volte, ma è sempre una bella sensazione. L’influenza di una quattordicenne porta infatti una quasi quarantenne a fare cose che rasentano l’assurdo. Con sommo gusto, persino. Comprare e poi spennellare sulle unghie dei piedi uno di quegli smalti granulosi e opachi che erano di moda questa estate, per esempio. Blu. Mia mamma era molto perplessa. O finalmente scoprire a cosa serva il mascara waterproof: io che da sempre sopra i 30°C archivio ogni forma di makeup, l’ho portato tutti i giorni, dalla mattina alla sera. Molto estivo, molto acquatico, e molto posh. O anche, ritrovarsi un braccio ricoperto, dal polso al gomito, di braccialettini intrecciati.
C’è poi il sottile divertimento di ascoltare mille storie che paiono uscite da American Pie: iniziano tutte con “un’altra volta, invece, al campo scout…”. E tu per attimo hai paura ti stiano per raccontare di strumenti musicali e organi riproduttivi.
E i vecchi Dr Martens, ovviamente, quelli nascosti in un angolo dell’armadio da un decennio. Dopo aver visto la luce negli occhi di un’anima candida incollata alla vetrina di un negozio di Via del Corso, e la gioia incontenibile quando è uscita – 42 gradi all’ombra – indossandoli… dieci giorni dopo, appena tornata a Vienna, ho infilato la testa sotto a giacche e cappotti e li ho tirato fuori. Avevano ancora su il fango raccolto ad un concerto dei Green Day nel 2005, ma è venuto via benissimo sotto al rubinetto dell’acqua calda. E sotto gli skinny jeans stanno da favola. Pensare che io che li tenevo solo per motivi sentimentali!
Avere molto a che fare con teenagers ha, fatalmente, anche risvolti negativi. Ad esempio, alle 20:20 di una serata di inizio ottobre, ti potrebbe arrivare un sms
“Non andare a dormire!! Tra poco ti mando una nuova canzone!”
(Che, per la cronaca, arriva alle 20:48).
Cioè, uno si può sentire giovane fin che vuole, ma agli occhi di un quindicenne sei vecchio, punto. Sei vecchio e vai a dormire entro le nove. Segnatelo.