Guardami negli occhi!

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In principio fu Eva.

Era il 1991 quando Eva Herzigova ci guardava ammiccante dai cartelloni pubblicitari della Wonderbra.

Sarà che avevo 17 anni, sarà che avevo sempre e solo vissuto in Italia, sarà che tutti gli altri reggiseni non offrivano alcuna forma di collaborazione, ma questa campagna mi piacque subito.

Lo slogan, poi, mi metteva un’allegria incredibile.

“Non so cucinare. Chissenefrega?”

Mi sembrava quasi un inno all’emancipazione femminile: alle ortiche la mogliettina tutta casa e fornelli! Che per controbilanciare lei dovesse per forza essere bella e sensuale non mi aveva irritata più di tanto. Ripeto, avevo 17 anni, un sedere sodo come un melone (oddio, facciamo due meloni), la pelle di pesca, e da lì in poi – grazie al Wonderbra – anche altre interessantissime rotondità. E chi mi fermava più?

Più di vent’anni dopo, qualche giorno fa, Paola Letteraria ha postato una foto nel nostro gruppo gastro-letterario su facebook. Un tema sorprendentemente frivolo per lei, che di solito invece stimola amici e conoscenti a innalzare il livello della conversazione. Era stata attratta dalla polemica sui cartelloni lascivi di Belén che pubblicizza biancheria intima. Uno spettacolare dèjà vu del 1991, con tanto di automobilisti che si schiantano contro i lampioni, distratti da tanto ben di Dio.

Ora, come sempre quando viene nominata la signora in questione, il mio primo istinto è quello di gridare con rabbia:

“Ma chi caspita è, questa Belén?”

Negli ultimi anni ne ho sentito parlare spesso – anche se non ho ben chiaro chi sia, cosa faccia, o perché sia famosa. Perdono, ma non ho l’abbonamento a Novella2000, leggo solo le notizie dei quotidiani italiani online e prendo un unico canale televisivo italiano (l’ultima volta che ho guardato Rai1 era però per vedere il telegiornale dopo il terremoto in Emilia). Ricordo che tempo fa si parlò molto di una storia riguardante un tatuaggio a forma di farfalla. Dopo aver visto questa foto – in effetti – ho capito meglio.

La domanda di Paola Letteraria era semplicissima “Questo cartellone offende?”

E con le risposte non ci siamo spremuti troppo le meningi. “Mah, ormai siamo abituati”, “Che barba questa Belén in tutte le salse!”, “Ma quelli che vanno a sbattere con la macchina, vivono in un film di Vanzina?”… solo La-Mia-Gemella-Separata-Alla-Nascita – cervello fino – ha alzato la voce.

“A me passare ogni santo giorno davanti alla gigantografia di una che si leva le mutande darebbe abbastanza fastidio…si può fare pubblicità dell’intimo, in modo anche sexy, senza necessariamente sbatterci in faccia ‘sto messaggio che la donna è sempre pronta per/contenta di levarsi le mutande!”

Urca! Abbiamo pensato, l’abbiamo proprio beccata in un momento storto.

Abbiamo continuato indolentemente a pontificare su mercificazione del corpo femminile, vecchie pubblicità della Roberta, ragazzine che da grandi vogliono fare solo la velina, fino a che qualcuno non ha accennato alla pubblicità di intimo con David Beckham, quella con il pacco in bella vista.

“Non c’è nessuna differenza, un essere umano vestito con qualche cm di stoffa, in atteggiamento provocante!” ha dichiarato Jonathan Harker – lo chiameremo così dietro sua esplicita richiesta, e chi riconosce la citazione letteraria vince un nientino d’oro.

La Gemella è finalmente esplosa:

“Hmpf! Non sono mica tanto d’accordo! Vero, il concetto dell’essere umano molto attraente e poco vestito è simile, però con le donne c’è sempre molta più enfasi sulla disponibilità sessuale della stessa.”

Accidenti, ho avuto la sensazione che La Gemella mi stesse costringendo ad aprire lentamente gli occhi!

“Beckham è lì come il Bronzo di Riace che dice Guardatemi come sono bello e desiderabile, anzi irraggiungibile! Belén e Eva sono invece lì che dicono Sono tutta tua, e pure la tua donna dovrebbe esser così.”

“Quello che entrambi hanno in comune è coltivare il voyeurismo e, volendo, la volgarità. Ma il messaggio implicito è diverso.”

E poi la bomba: “Pensando in termini di preda vs. predatore o conquista vs. seduttore… ecco, Beckham è il predatore, Belén la preda. E questo è molto grave”.

I commenti successivi sono andati a posto come pezzi di un puzzle. Paola Letteraria ha riconosciuto che in UK (dove sia lei che La Gemella vivono) le ragazze discinte esistono eccome, ma sono relegate ai posti dove uno se le aspetta – la famigerata page three del Sun, il Celebrity Big Brother, la copertina di OK.

Viola in Carriera la chiama assuefazione.

“Nessuno si arrabbia più perché ci siamo gradualmente abituati allo schifo – questo è il problema – la gente lascia i figli davanti a Striscia la Notizia, e ai programmi con le donne mezze nude.”

Viola di queste cose se ne intende. Combatte da anni una guerra silenziosa ma feroce contro le mamme delle amichette della sua bimba cinquenne, che lasciano guardare alle piccole una trasmissione in cui due ragazze in mutande ballano sul tavolo, con la scusa che è un programma di informazione.

Poi La Gemella ci ha raccontato che suo marito – straniero – rimane sempre letteralmente a bocca aperta di fronte alla televisione italiana, con quei chilometri di pelle nuda ben in vista. In effetti anche il Fidanzato Asburgico era rimasto un po’ perplesso la prima volta. E Paola Letteraria ha confermato che anche il suo inglesissimo marito la prende in giro per questo.

Jonathan Harker – italianissimo – è improvvisamente caduto dal pero:

“Forse è per questo che Belén e David Beckham mi sembravano paragonabili? Perché vivo nel paese dei balocchi? L’aspetto preda non mi era nemmeno passato per la testa, fino a che non ne ha parlato La Gemella. Sono sinceramente preoccupato…”

Eccolo lì, il ditone nella piagona. Il paese dei balocchi, senza chiare distinzioni su quali siano le situazioni in cui spogliarsi e quelle in cui restare vestiti. Dove donne che fanno politica sfilano in bikini sulla passerella, dove le presentatrici del TG1 si vestono come per la discoteca, dove il Presidente del Consiglio paga ragazze che si esibiscono in festini equivoci. E tutti lì a strillare:

“Sono tutti adulti e consenzienti! Che c’è di male?”

C’è di male che, grazie a questa mentalità, le donne in Italia o fanno l’angelo del focolare o la puttanella. Tertium non datur. Sigh.

 

PS Ovviamente non credo che tutte le donne italiane siano o casalinghe o prostitute, ci mancherebbe. È solo che le donne che vogliono sia la famiglia che la carriera devono sempre giustificarsi – magari anche solo del fatto che lasciano i figli con la nonna. E trascinarsi dietro sensi di colpa enormi. Molto ingiusto.