Grillo, il terremoto e il fracking
Originariamente pubblicato su Italians il 30.05.2013
Caro Beppe e cari Italians,
una notizia sul “Corriere” mi ha incuriosita. Riassunto velocissimo: Grillo si gioca gli attributi che almeno parte della colpa del terremoto in Emilia sia del “fracking”, un metodo di trivellazione per estrarre gas dal sottosuolo. E il governatore Errano sospende i lavori di ricerca di idrocarburi nella zona interessata dal sisma.
Il mio istinto assopito di ingegnere ha drizzato le orecchie come un bracco che ha visto un’anatra. Sembra l’inizio di uno di quei film catastrofici low-budget che passano alla domenica pomeriggio su ScyFy! Mi è salita una voglia incredibile di capire. L’articolo infatti liquida la faccenda con un misero (cit.) “Non è dato sapere quanto la scommessa del leader M5S sia suffragata da basi scientifiche”.
Ora, il misero esame di geologia del quarto anno non fa di me un’esperta. Ho chiesto in giro, precisamente sul mio profilo facebook. È bastata una mezz’ora perché un’amica ingegnere minerario sentenziasse: tutte balle. Un altro, sostenitore del M5S, era di opinione contraria. Ha risposto con una presentazione dell’United States Geological Survey (mica il primo venuto), che sostiene una correlazione tra fracking e terremoti in superficie. Un video di quasi un’ora, in inglese, tratto da un convegno tecnico. Troppo tecnico persino per me, che vanto una qualche preparazione scientifica. L’amica di prima invece lo conosceva già, ha partecipato alla serie di conferenze. E con un’azione di divulgazione scientifica sopraffina ci ha spiegato che le due cose sono solo lontanamente imparentate, che le condizioni geologiche in Italia sono diversissime, e il fracking a rischio terremoto si riferisce ad un altro tipo di estrazione.
Rimango con un duplice amaro in bocca: Grillo fa disinformazione, volontariamente o per ignoranza, non saprei. E al quotidiano italiano più blasonato non viene il capriccio di indagare. E mi passa questa notizia, che senza approfondimento, scusate, è solo chiacchiera.
Saluti da Vienna, Monica Mel
Articolo del Corriere della Sera
Spiegazione per comuni mortali (riporto paro paro quello che ha spiegato l’amica ingegnere minerario, per spirito di informazione ma senza capacità di articolare ulteriormente):
“L’USGS si riferisce al fracking nelle shale-gas. Le shale-gas sono delle particolari formazioni ad alta porosità e bassa permeabilità che hanno bisogno di essere fratturate per favorire la produzione di idrocarburi. Queste formazioni NON sono presenti in Italia (a dirla tutta non è sicura la presenza in tutta Europa a profondità accessibili); sono invece presenti in USA e sono abbastanza superficiali. Per essere sfruttate hanno bisogno di un alto numero di pozzi (il triplo/quadruplo di un giacimento “classico”) ed ogni zona perforata deve essere fratturata; da qui l´induzione di sismi in superficie. Ma anche qui ci sarebbe molto da dire; sulle tecniche di fratturazione, sulla tipologia di materiali usati, sul controllo dei sismi ottenuti. Comunque tieni presente che il Fracking per shale-gas rompe la roccia ed introduce delle sfere di materiali ad altissima resistenza alla compressione che devono tenere aperte le fratture (che altrimenti collasserebbero e non consentirebbero la produzione); e che sono in genere più resistenti della roccia stessa.
Nel guardare la presentazione mi sono resa conto di averla già vista circa un anno e mezzo fa a Londra (dagli stessi relatori che la hanno preparata e con cui poi c’è stato un dibattito), durante un convegno specifico durato 5 giorni (Monica, se ti interessa la parte sui terremoti è solo dal minuto 45 in poi), non mi dice nulla di nuovo conferma quello che già si sa… ovvero che le relazioni tra quello che si scrive sui giornali e quello che di fatto si sa e si può provare sono come relazioni di parentela alla lontana, moooolto alla lontana, cugine di 4°-5° grado.”