Caro Alessandro, i miei genitori pagano la scuola di tuo figlio
Originariamente pubblicato su Italians il 26.06.2013
Caro Beppe, ma soprattutto cari Italians che tanto coraggiosamente restate in Italia, scusatemi, ma non ne posso più!
Non ne posso più di queste accuse ridicole, l’ultima di Alessandro Cantoni (“Chi decide di restare”) che dedica la sua eroica permanenza nientenpopodimeno che ai miei poveri genitori “di figli espatriati, per i quali concorrerò a pagare la pensione e le cure mediche gratuite e garantite a tutti”. Ma grazie, mi si sono inumiditi gli occhi!
Pagherai tu la pensione dei miei genitori? Pace, loro pagano la scuola di tuo figlio. Comunque Alessandro, se ti ruga tanto, mandami pure la fattura per le spese che ho ingiustamente procurato prima di espatriare. Sai che batosta, con i servizi fatiscenti di cui ho usufruito.
Sappi però che ti ho appena imbucato una richiesta di risarcimento per danni: per ogni giorno di malattia perché in classe c’erano 12 gradi (ero una bambina gracile); per ogni paio di collant rotto dalle schegge delle sedie scassate; per ogni esame universitario mancato perché l’autobus non arrivava o perché il professore non si è presentato. Per le giornate senza luce e telefono che saltavano alle prime due gocce di pioggia; per le notti trascorse su una barella in un corridoio d’ospedale; per l’acqua non potabile dal rubinetto di una casa a 12 km dal centro di Roma; per la spazzatura sparsa sul marciapiede. Per le sospensioni rotte sulle buche della strada; per i cani randagi affamati che mi rincorrevano appena scesa dallo scuolabus… devo continuare?
Saluti da Vienna, Monica Mel
PS ci tengo comunque tranquillizzare tutti, i miei genitori sono ben contenti di sapermi dove sono, anzi, se potessero mi raggiungerebbero domani.