L’apparecchio acustico
Aprire un blog è una decisione che andrebbe ponderata bene.
Parlo di blog personali, tipo il mio, non uno che parla di robe specifiche come fotografia o finanza. La decisione dovrebbe, a pensarci bene, coinvolgere sicuramente la famiglia ed eventualmente anche il paio di amici più stretti.
Nel blog personale, infatti, si blatera di fatti privati, vita vissuta, si riportano conversazioni che hanno avuto luogo originariamente intorno ad un tavolino di un bar, al telefono con la mamma, sul divano in pigiama mentre si sorseggia il primo caffè della giornata. Condividerle o meno con un pubblico anonimo, potenzialmente smisurato, non è banale. Non importa che poi il mio blog venga letto sempre dai soliti quattro gatti. Significa comunque che lì fuori ci sono persone – persone sconosciute – che sanno parecchio di me. Del mio gatto, dei miei amici, dei miei pasticci in cucina. E soprattutto del mio Fidanzato Asburgico.
Significa che da quando scrivo NonSoloSissi una frase particolare punteggia le conversazioni private: “Posso scriverlo su Sissi?”. Il Fidanzato Asburgico è piuttosto sportivo e finora ha sempre risposto di si. A mia difesa posso solo aggiungere che altrettanto spesso (a pensarci bene persino più spesso) dico “Tranquillo, questo non finisce su Sissi!”.
Ecco, io sul Fidanzato Asburgico la metto giù piuttosto dura, e per quanto il blog si chiami diario semi-vero, pare evidente che io gli voglia un bene dell’anima. Non crediate che non ci abbia pensato, eh, alla figuraccia galattica se poi ci molliamo!
Fortunatamente succedono regolarmente queste robe…
L’altra sera stavamo aspettando l’inizio di un programma, e avevamo la TV accesa ma l’audio spento. Guardare la pubblicità senza sentire l’audio è un esercizio buffo e strano. Buffo perché noti, ad esempio, che la ragazza che balla sulla sedia agitando il cartello con su scritto Ausverkauf(svendita), in realtà si sta vergognando da morire. E questa cosa, il Fidanzato Asburgico ed io, la troviamo divertentissima. Strano perché si ha l’impressione di essere diventati sordi.
Al Fidanzato Asburgico, sarà che per lavoro ascolta tanta musica, ha fatto molta impressione
“Uh che brutto deve essere, diventare sordi”.
Ho inghiottito preoccupata. Ho un’otite cronica dal 1989 e questa cosa del diventare sordi mi mette una paura più tangibile di quanto non ami confessare.
“Eh, hai ragione. Chissà se mi vorrai ancora bene tra qualche anno, con l’apparecchio acustico nascosto sotto ai riccioli bianchi!”
Il Fidanzato Asburgico mi ha guardata serio – sembrava quasi cercasse di immaginare la Monica futura, con la schiena un po’ curva, il capello argentato, il gancetto di plastica dietro l’orecchio.
Poi ha sorriso, e scuotendo piano la testa mi ha ringhiato soddisfatto
“RRRHOOARHH!”
(Trad: ti troverò figa tale e quale oggi)
Se una non si tranquillizza così.
O ancora, l’altra sera, durante un casting show – di quelli che guardiamo per lavoro (suo) – c’era una concorrente cinquenne. Spessissimo inquadravano la madre, una giovane ragazza russa di una bellezza sconvolgente. Il Fidanzato Asburgico era scandalizzato
“Ma guarda quanto è giovane! Sembra persino troppo giovane per partecipare lei al programma! Ed ha già una figlia di cinque anni! Pazzesco!”
La signora, onestamente, avrà avuto qualcosa più di vent’anni. Non trovate anche voi meraviglioso, che ad un quarantenne salgano scrupoli da pedofilo di fronte ad una ventenne?
Davvero, se una non si tranquillizza così.