Cosa hai fatto durante lo shutdown?

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Prima settimana di shutdown in terra asburgica. Ausgangssperre si chiama qui – coprifuoco – ma in tedesco fa più paura. La vita in clausura sta prendendo forma e se l’umore non sempre collabora almeno la logistica mi sta aiutando. Un appartamento spazioso, una terrazza da sistemare per la primavera, il supermercato di fronte al portone del palazzo. I patemi sono piuttosto in testa.

Il Fidanzato Asburgico lavora da casa, e aiuta a dare una struttura alle nostre giornate. Anche se nell’open space dove abitiamo significa che io mi devo muovere attenta e silenziosa come una spia. Dato che la sua postazione di telelavoro è proprio a ridosso della zona cucina, stiamo pian piano sviluppando una comunicazione non verbale ad hoc.

“Dura ancora molto questa teleconferenza? Dovrei iniziare a preparare il pranzo”

“Un paio di minuti e poi mi sposto in terrazzo”

“Ottimo, allora io nel frattempo appendo i panni ad asciugare”

Il tutto con lo sguardo, massimo un vago cenno con la mano. Tempo quest’estate e probabilmente saremo in grado di comunicare telepaticamente attraverso i muri.

Lui lavora, dunque, cosa faccio io? Una bella domanda. Sostanzialmente aspetto e osservo. Aspetto piccole e grandi cose, di sapere se il mio lavoro sopravviverà a questo sfascio, aspetto la telefonata pomeridiana con i miei genitori sottovuoto a Roma – sempre alla stessa ora che la quotidianità è importante. Aspetto il notiziario a reti unificate delle 19, aspetto che i semi di peperoncino inizino a germogliare. Ma soprattutto osservo. Ergo :

“Se non ricomincio a scrivere Sissi adesso non lo farò mai più”

Questo pensiero si è presentato spontaneo meno di dodici ore dopo la conferenza stampa del governo di venerdì scorso con le prime misure. L’ho accolto come andrebbe accolto ogni briciolino di positività in questo momento, a braccia aperte. E se devo trovare un lato positivo a tutta questa faccenda è che avrò davvero tanto tempo a disposizione.

Eppure sento che sto per sprecare un’occasione. Cosa risponderò a chi tra qualche mese mi chiederà “cosa hai fatto durante lo shutdown”? Che ho pulito a fondo la casa? Che ho fatto ordine nelle cartelle del computer? Che non ho una fogliolina secca nei vasi in terrazza manco a cercarla? Che ho messo in ordine scatoloni di documenti? Scusate, posso dire che due palle?! Ho tempo per questo ed altro! Io voglio una risposta leggendaria.

Voglio una ventata di nuovo, voglio creare un’energia positiva che mi sostenga, che mi consoli, che dia un senso a tutto questo.

Il primo giorno di clausura, prima ancora di cercare di mettere ordine nei miei pensieri, avevo scritto questa lista. Immagino l’abbiano fatto un po’ tutti.

  • Ricominciare a scrivere Sissi che sono anni che pago dominio e webhost per niente
  • Imparare a suonare quel povero ukulele appeso al muro
  • Ricominciare a cucinare seriamente
  • Mettere insieme tutti i progetti di cucito e farne una pagina web
  • Imparare a disegnare

Dieci giorni dopo, tempo di bilanci:

Sissi
Sissi è di nuovo online. Grazie al Fidanzato Asburgico ci sono ancora quasi tutti i vecchi post, le foto, i commenti. Un sacco di link non funzionano più, pian piano rimetterò tutto a posto. Confesso di aver passato un sacco di tempo negli ultimi giorni rileggendo vecchi post. Questa idea del diario romanzato continua a piacermi un sacco e la prima lettrice di Sissi sono indubbiamente io!

Ukulele
Ah, l’ukulele! Temo che se non abbiamo talento per una cosa sia impossibile farsela piacere. Il mio povero ukulele è ancora lì appeso al muro con sopra lo stesso dito di polvere di sempre.

Cucinare
La cucina in passato è sempre stata una grandissima forma di intrattenimento, immaginavo quindi mi si riaccendesse il sacro fuoco della passione. Mi sbagliavo. Ho ricominciato a cucinare ma con uno spirito diverso, in pratica solo ricette collaudate e comfort food certificato. In cucina, mi sono resa conto, cerco conforto, non la sfida. Per quella ci sono i video di yoga su YouTube.

Il progetti di cucito
La macchina da cucire è spolverata, ho fatto un ordine pazzesco tra i materiali, scritto un paio di appunti e contattato l’amica temeraria con cui condividere questa avventura. Pronti, partenza, …

Disegnare
È dai tempi delle scuole medie che ho questo sogno nel cassetto. Probabilmente è stato nel cassetto talmente tanto a lungo che un po’ è rimasto attaccato ed è difficile tirarlo fuori. Non ho nemmeno iniziato a cercarmi tutorial, sigh.