Tanto ronzio per nulla

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Da bambina ero sempre malata. Davvero, saltavo giorni, settimane, a volte persino mesi di scuola, talmente spesso che, se non fossi miracolosamente rinsanita a 13 anni durante l’estate tra gli esami di terza media e l’inizio del liceo, non sarei mai arrivata a diplomarmi. Mi rimasero due strascichi di quell’infanzia malaticcia: una generica tendenza a dimagrire facilmente e una debolezza delle orecchie. Quella storia dell’otite ricorrente, col suo corollario di sinusite cronica alla quale ho accennato un paio di volte.

Le mie orecchie col passare degli anni sono peggiorate. Colpa del clima asburgico, gelato e ventosissimo, mi ero sempre ripetuta. L’inverno scorso ho avuto la sinusite da settembre a giugno, e due botte di otite piuttosto brutte. La sinusite non è sparita del tutto nemmeno durante l’estate. Questo, combinato alla sensazione di non sentirci perfettamente, cominciava a preoccuparmi sul serio.

Vivere insieme al Fidanzato Asburgico, poi, non aiuta. Lui, infatti, ci sente come un pipistrello, e quando guardiamo la televisione insieme, insiste sempre per tenere il volume bassissimo. E io, davvero, mi sento un po’ invalida.

Bon, settimana scorsa sono riuscita a incastrare un appuntamento, che rimandavo da due anni, dall’otorino, per farmi controllare le orecchie, l’otite ricorrente, la sinusite cronica e i ronzii vari. E la mia grande paura di diventare sorda prima dei 40.

Prima mi hanno misurato l’udito. Dichiarazione ufficiale: Non sta diventando sorda. Sospiro di sollievo.

Poi il medico mi ha chiesto se avessi mai fatto un test allergico, che sarebbe stata la spiegazione più semplice. Ci sono rimasta di stucco. No, mai fatto. Hanno rimediato subito: striscia di scotch numerata appiccicata sull’avambraccio, graffietti, goccioline di allergeni. Incolla, graffia, sgocciola, e stai lì buona venti minuti mentre fanno effetto.

Venti minuti di terrore, trascorsi fissando intensamente il graffietto numero 1 (“pelo di gatto”), pregando in sanscrito e aramaico che non si arrossasse. Non si è arrossato.

Sapete a cosa sono allergica? Non so se ridere o piangere. Sono allergica agli acari della farina!

Il medico si è stupito molto della mia reazione disperata.

“Signora, non si preoccupi, è una cosa pericolosa solo per chi di mestiere fa il panettiere!”

“Gulp!”

“Ma lei lavora in un forno?”

“No, io faccio la pizza e il pane in casa!”

“Ah, vabbè, si figuri! Traffica spesso con la farina?”

“Ehh… tre-quattro volte a settimana… … minimo…”

Mi ha guardata smarrito, ma non si è messo a ridere. Mi piace questo medico, davvero un tipo molto pratico, al limite del prosaico. Mi ha consigliato di indossare una mascherina mentre impasto pane. Come una turista giapponese. Amen.

Ora sono due settimane che racconto in giro questa storia, perché davvero mi pare ridicola come poche altro. E stamattina ho avuto un’illuminazione. Avete presente come da settimane mi lamenti di essere sottopeso e di non riuscire a ingrassare un paio di chili? Sempre dando la colpa allo stress? Alla luce della spiegazione prosaica della sinusite… sarà mica il caso di farmi dare una controllatina anche alla tiroide?