Quanta gentilezza incontriamo ogni giorno?

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Originariamente pubblicato su Italians il 10.10.2010

Caro Beppe e cari Italians,

quanta gentilezza incontriamo ogni giorno? Pochina. I colleghi sono troppo indaffarati, i figli ribelli, il marito stressato, gli amici non hanno tempo. Non parliamo poi degli estranei, l’addetto allo sportello è un sultano, gli automobilisti imbottigliati sulla tangenziale inferociti, spintoni sull’autobus, cacche di cane sul marciapiede. È sempre così? Io sono sempre stata una fan della gentilezza spinta, sorrido agli sconosciuti, bei giovanotti, vecchiette, bambini, cani e gatti. Attacco bottone volentieri e sono disponibile, se posso, con un’informazione, un fazzoletto di carta, una parola gentile. Da circa due anni ho aperto un negozio e finalmente posso pienamente esternare il mio vero carattere, la gentilezza è, per fortuna, cosa dovuta. Il mio punto di vista sarà privilegiato – chi va a fare compere si suppone già di buon umore – ma la risposta entusiasta che ricevo mi sembra a volte sproporzionata. C’è l’anziana signora che mi ha portato dei fiori, perché ero stata così carina con lei. C’è Helmut, il primo cliente e il più affezionato, un orso sui 60 anni, che una volta al mese viene a bere il caffè, mi porta una piantina e mi racconta orgogliosissimo dei sui figli. La ragazza che pesca qualcosa dal sacchetto di carta che mi porge e mi regala un angioletto di legno da appendere all’albero di Natale. Susanne e Roman che vengono ogni sabato e portano i cornetti caldi. Hilde che mi manda cartoline dalle vacanze a Viareggio. O il poliziotto del quartiere, che appenda la giacca in magazzino quando fa caldo e ogni tanto mi regala un dolcetto. O le centinaia di persone che ringraziano e prima di andare via mi stringono la mano (a una commessa!). Toccare il cuore della gente è molto più facile di quanto non si creda, a volte basta un sorriso. E se da oggi facessimo tutti così? Saluti da Vienna,

Monica Mel