La banalizzazione del grasso

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L’ho letto poco fa online, pare che non solo le modelle normali siano ben più magre delle donne normopeso. No! Anche le modelle per le taglie forti sono parecchio più sottili delle veredonne forti. Non si finisce mai di stupirsi.

Stupendomi, mi sono ricordata di questa sparata che avevo mandato ad Italians tre anni fa – il mio grido di allarme nel vedere come sempre più spesso i media ci propinino un’immagine sospetta della donna magra (avrà mica qualcosa che non va?), mentre l’essere in carne viene presentato come un goduriososapersi godere la vita. Sono, a volte, gli stessi giornali che poi fanno il reportage fotografico “Vaghi accenni di cellulite su chiappe famose”, ma questa è un’altra storia. Grasso è cool, dicevo. Penso a Gérard Depardieu. A Beth Ditto. E sarà anche vero che a volte le persone magre lo sono a costo di diete perenni, patemi e disturbi alimentari. Ma molto spesso lo sono, banalmente, perché quando mangiano non si strafogano e – non dimentichiamo che esistiamo anche noi! –  sono snelli per natura. Tra i grassi (perdonate il termine poco politicamente corretto, ma come cercherò di spiegare più avanti, in questo caso non mi sento il dovere di usare termini politicamente corretti), ci sono sicuramente i gourmand e quelli col pallino della cucina, e quelli che consapevolissimamente decidono di godersi il fritto misto a scapito della salute, ma la maggior parte non sono buongustai in cerca della prossima estasi culinaria, invero no. La maggior parte delle persone grasse mangia più volte a settimana da McDonald’s, sgranocchia porcherie tutto il giorno e non sa dire di no alla terza porzione di lasagne precotte.

Il tema sembra perseguitarmi, qualche settimana fa leggevo di una proposta (provocatoria) di fare anche una Barbie taglia forte, con tanto di doppio mento e rotolini sui fianchi. Era online e sotto l’articolo c’erano diverse persone a favore. Così, per pari opportunità, che le bimbe grasse non si sentano emarginate. (Più che altro si lamentavano che la povera Barbie cicciona era bruttina, e rivendicavano pari bellezza).

Ma siamo matti?

Ora, capisco che i grassi sono tanti, a quanto pare più dei magri, e quindi l’essere grasso sia diventato quasi normalità. E comprendo che dire qualcosa (“grasso è bello”) che fa piacere a tanti è per forza di cose popolare. Che tanti vogliono sentirselo dire.

Ma grasso è normale? Da quando?

E non parlo di donne che portano la 44 sognando la 40, o la 46 sognando la 42. Che quelle sono normali, spesso basterebbe fare pace col cervello. Parlo di obesi veri, di gente che fa fatica a muoversi, che soffre di malattie provocate dai chili di troppo. Non di colesterolo da tenere sotto controllo, parlo di serio rischio diabete, infarto, rischio talmente serio da essere quasi certezza.

Persone senza il punto vita, scomparso sotto rotoli e rotoli, con pieghe in posti dove chi è normopeso, per vedere una pieghina, deve fare contorsionismi spettacolari.

C’è stato un tempo in cui magro era normale. E non è nemmeno un passato tanto remoto. Quando ero bambina io c’era al massimo un ciccione per classe di scuole elementari. E medie. E liceo. E università. Al massimo uno. O anche niente. Io – classe 1974 – i primi obesi veri li ho visti durante l’estate del ’92, la prima volta che sono stata a New York. In un altro continente. Oggi li vedo per strada. In Europa.

Eppure ci vogliono raccontare che avere la pancia appoggiata sopra ai pantaloni sia normale. E rotolini di ciccia a destra e a manca. E che siamo? All’età della pietra, che abbiamo bisogno dei rotolini per superare l’inverno? Di cibo a disposizione ne abbiamo più che a sufficienza, grazie tante, le riviste sono piene di diete dimagranti tutto l’anno! Persino ora, in pieno inverno, per smaltire i chili delle abbuffate natalizie! Paradossalmente: in questo moderno e meraviglioso giardino dell’abbondanza, potremmo finalmente, dopo secoli di schiavitù, liberarci dei chili di troppo, essere affrancati da quel peso superfluo! Finalmente tutti liberi di essere magri!

Altro che rotoloni e fiatone per quattro gradini!!

Far vedere ad una ventenne sovrappeso un bikini contenitivo indossato da una modella ventenne taglia 52 è sbagliato. Sbagliatissimo. Altrettanto sconsiderato che non mostrare ad una ventenne sana, sportiva e dalla conformazione curvy, una foto di Kate Moss vestita di due strisce di scotch, che si fuma una sigaretta. Ci sono in giro troppe persone energicamente avviate sulla strada dell’obesità: con i chili che si accumulano senza sosta anno per anno, magari giovanissimi, magari adolescenti, ventiqualcosenni insicuri. A loro dovremmo raccontare che grasso è normale?

Ma alle conseguenze non ci pensa nessuno?

Quand’è che l’intellighenzia (penso alla politica, all’arte, alla cultura, e anche alla comunicazione) smetterà di raccontarci quello che la maggior parte di noi vuole sentire? Vogliamo sinceramente essere rassicurati e incoraggiati nei nostri errori? Premiare chi ci, pardon, lecca il culo? Non preferiremmo, forse, essere avvertiti? Educati? Entrare in possesso degli strumenti per fare decisioni autonome? E magari persino ricevendo un piccolo incoraggiamento? Quand’è che l’intellighenzia inizierà a badare al significato vero, e alle conseguenze, di quello che ci racconta?