Il cappotto di finto procione e l’Eurovision Song Contest

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Premessa: questo post è vecchio di quasi due anni. L’avevo scritto all’epoca, poi me l’ero dimenticato nel cassetto e il momento di postarlo era passato. Ieri sera, guardando il telegiornale, mi è venuta in mente una storia da raccontare e il post vintage è una buona premessa. Sono andata a ravanare e l’ho tirato fuori.

 

Ieri sera (ottobre 2012) ho celebrato diverseprime volte. Che all’alba dei 38 anni (!) non è poi tanto scontato. Ho per la prima volta assistito ad una trasmissione in studio televisivo; ho mandato un SMS ad un numero a pagamento per televotare; ho indossato il cappotto di procione ad una party; ho litigato ad alta voce con un conoscente ed un paio di sconosciuti; mi sono vergognata del mio Paese adottivo e brevemente considerato se non sia il caso di trasferirsi in Scandinavia.

Ma andiamo con ordine…

Piccolo necessario preambolo: il Cantante Famoso, il partner di lavoro del Fidanzato Asburgico, si è lasciato convincere dalla sua casa discografica a partecipare alle selezioni austriache per l’Eurovision Song Contest. In Italia l’ESC non se lo fila nessuno, all’estero invece è molto seguito. Gli ABBA, per esempio, sono arrivati al successo internazionale vincendo questa manifestazione nel 1974, ecco il link e fortunatamente quell’anno l’ESC era in Inghilterra e la moderazione è in inglese. Comunque, l’ESC è e rimane una trasmissione a dir poco imbarazzante. Eravamo un attimo perplessi.

Il Cantante Famoso è abbondantemente sopra i quaranta, ha una laurea in filosofia, tre figli e scrive canzoni in quattro lingue – una via di mezzo tra Francesco de Gregori e la chanson francaise. Ancora non abbiamo capito bene che c’entri con l’Eurovision Song Contest, ma abbiamo accettato volentieri l’invito a far parte del pubblico per la trasmissione in diretta.

Dunque, ieri sera eravamo insieme ad altri otto amici nello studio televisivo di ORF1 (tipo la Rai austriaca) a vedere la finale della qualificazione del candidato austriaco, e poi all’after party in un locale sul Donaukanal. Quale occasione migliore per indossare il cappotto di procione in gran tiro come avrebbe fatto Carrie? In mancanza di un vestitino a fiori ho optato per una tunichetta tutta tempestata di lustrini – esattamente la lunghezza suggerita dalla Mia-Gemella per portarla con gli skinny jeans. Skinny jeans neri, esattamente quelli che tutte noi abbiamo comprato nel 2001, dopo aver visto le foto di Kate Moss che li portava con le ballerine dorate e un gilet grigio. Tacco 10 e cappotto di procione. In effetti guardandomi allo specchio avevo due gambe che parevo una giraffa. Persino il Fidanzato Asburgico era positivamente impressionato.

Con il senno di poi la mia mise era perfetta per l’after party, un tantino sovradimensionata invece per lo studio televisivo. Ma non ero l’unica fuori luogo. Gli altri concorrenti, decisamente più trash del Cantante Famoso, si erano portati dietro un centinaio di fan a testa. Bande di ragazzotti tutti con la stessa maglietta del fan club, organizzatissimi con cori da stadio, ghirlande di fiori e striscioni. In un angolo eravamo seduti noi, i fan del Cantante Famoso. Le donne sedute compostamente con le mani in grembo, preoccupate più che altro che non gli fregassero la borsetta. Gli uomini dignitosissimi, ancora in giacca e cravatta post-ufficio. Applaudivamo educatamente per tutti e non siamo scattati in piedi nemmeno quando il nostro amico è salito sul palco. Che misero teatrino borghese!

Ora, che la band del Cantante Famoso non vincessero le qualificazioni ce lo aspettavamo tutti. Il candidato che tutti davano per vincitore sicuro è Conchita Wurst – che non è un uomo, non è una donna, non è un transessuale ma nemmeno una drag queen. È più che altro una provocazione ben riuscita, una figura esile e super femminile, strizzata in vestiti da sera di pailletes mai scollacciati, e una bella barba nera. Alla domanda se sia una donna o un uomo risponde, con una leggera scrollata di spalle, “ist eh Wurst!” (non ha importanza!). La conosciamo di sfuggita – mamma mia, Vienna è davvero un paesotto! – come Tom Neuwirt, perché lavorava nel negozio accanto al mio come commesso. È davvero simpatica e canta come un angelo.

Dopo il primo giro di televoto (il mio SMS non è servito a un tubo, 50 cent buttati) il testa a testa finale è tra Conchita e un duo di rapper stracafoni con un numero da aprés-ski. Con tanto di coreografia di ballerine in tuta di neoprene che a Striscia la Notizia direbbero “ma non sarà un po’ vogare?”. Il numero si chiama Waki mit deim Popo (scuoti il sedere) e le ballerine sono di parola.

E io avrei lasciato l’Italia in segno di protesta contro la strumentalizzazione del corpo femminile per star qui seduta ad applaudire questi buzzurri? Mi è salita una rabbia che erano anni. Ho poi litigato con un conoscente (il migliore amico del Cantante Famoso) che li trovava simpaticissimi. E con due ragazzotti seduti davanti a noi che ci stavano origliando.

Per aggiungere danno alla beffa i due rapper stracafoni hanno vinto e rappresenteranno l’Austria in una competizione internazionale. Non so se ridere o piangere.

Epilogo: all’after party, dopo tre Aperol Spritz, la rabbia si è stemperata. Ho un vago ricordo di Michelle Hunziker che mi fa i complimenti per il cappotto di procione e mi chiede dove l’ho comprato. Un ricordo molto vago. Era bionda.