Gattara dentro

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Io ero gattara, nel senso buono del termine, ancora prima di venire a vivere a Vienna. Con i gatti ci sono cresciuta, anzi, ci sono nata – che i miei genitori, prima che nascessi io, avevano una gatta che coccolavano come una figlia unica. La convivenza della prole (io) con la primogenita (la gatta) non fu sempre facile.

Col passare degli anni non sono migliorata, anzi, alla prima occasione (cioè dopo sei mesi di permanenza asburgica) corsi al canile a prendermi una bella gattina tigrata. L’inizio di una storia d’amore felice, io ed Il-Gatto-Troppo-Lento-Per-L’occhio-Umano abbiamo convissuto per più di undici anni, fino ad oggi la relazione più lunga della mia vita. Quando il Fidanzato Asburgico ed io andammo a vivere insieme era ormai cristallino anche per lui: Monica si può avere solo in combinazione con la gatta. E la storia d’amore si allargò.

E ora la pianto, che di ‘sta cosa potrei blaterare per ore.

Da circa sei mesi abbiamo una nuova gatta, Palla-Di-Pelo, che abbiamo adottato già vecchiotta. La povera Palla-Di-Pelo sta avendo qualche problema ad ambientarsi a casa nostra. Niente di drammatico, ma è evidente che è ancora un po’ impaurita. E vederla così è una cosa che ci fa stringere il cuore ogni santissimo giorno.

Bene, ai primi di gennaio ho ordinato online un attrezzo dai poteri – si spera – miracolosi. Un diffusore per ambiente di ormoni felini, che combattono lo stress e aiutano i gatti a superare situazioni difficili tipo un trasloco, la nascita di un bimbo, un’adozione. Tempo di consegna, secondo la pagina web, 2-4 giorni lavorativi.

Dopo due settimane non mi era ancora arrivato niente, ho quindi scritto un’email:

“Buongiorno,

ho ordinato il prodotto X in data Y ma non mi è ancora arrivato niente. Che succede?”

La risposta mi è arrivata in fretta

“Gentile cliente,

ci dispiace molto, il pacchetto pare essere andato perso nella posta. Cosa preferisce? Che le rimborsiamo i soldi o che le spediamo di nuovo il prodotto?”

Ho sbuffato spazientita. Insomma, mica ho ordinato pappa o topini di peluche, quell’attrezzo lì non si trova da nessun’altra parte! Ovviamente me lo dovete spedire di nuovo, che gli racconto sennò a Palla-Di-Pelo? Tiè, piglia ‘sti 25 Euro e datti una calmata?

Ho riassunto questo pensiero in una risposta concisa e spiritosissima

“Grazie, inviatemi nuovamente il prodotto, il mio gatto aspetta con impazienza”.

Due giorni dopo mi è arrivato il pacchetto, e dentro c’era una bolla con la data dell’ordine originale. Ho pensato che magari non avevano ancora spedito il secondo diffusore, e che non ce n’era più bisogno. Li ho quindi informati per email di aver ricevuto la spedizione originale. La risposta non si è fatta attendere, e probabilmente era intesa per strapparmi un piccolo sorriso. Invece mi ha fatto sentire molto gattara, e non nel senso buono del termine. Di quelle che escono la mattina in ciabatte e impiastrano tutto il marciapiede di avanzi della cena per i gatti randagi, quelle che le trovano morte e smangiucchiate, sole nel loro appartamentino puzzolente, e lasciano tutti i loro averi al canile.

“Gentile Signora Mel,

siamo felici di apprendere che Lei e il suo gatto abbiate ricevuto la spedizione”.

Non so bene come metabolizzare questa cosa.