Chi vuole la pappa pronta, non vada a vivere all’estero

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Originariamente pubblicato su Italians il 14.03.2011

Caro Beppe e cari Italians, la lettera di M.L. Rossini “Giovani: All’estero la vita non è sempre bella” (10 marzo) mi è andata proprio di traverso. E dato che l’email indicata era inesistente, non ho potuto contattare l’autrice. In sostanza si afferma che i 500€ di stipendio in più che si guadagnano da neolaureato all’estero non valgono la pena, perché stare all’estero è ben più costoso. La lista delle spese “aggiuntive” che gli espatriati si devono accollare è curiosa. Primo: il trasferimento nel nuovo paese. Sai che stangata il biglietto aereo di sola andata Ryanair e un po’ di bagaglio extra. Da neolaureato starà probabilmente tutto in due valigie. Secondo: alloggio, mangiare e spostamenti. Farei gentilmente notare che anche in Italia si paga l’affitto, che si passa alla cassa al supermercato, che l’abbonamento ai mezzi pubblici non è gratis. Terzo: la fantomatica necessità di tornare in Italia per ogni festa comandata più tutti i compleanni di parenti e conoscenti. Ora, il confronto mi pare sia non tra vivere da neolaureato in Italia o all’estero, ma piuttosto tra vivere da neolaureato con mamma e papà o da solo. Io all’estero da neolaureata ci sono stata, e secondo me facevo una vita da principessa. Con un briciolo in più dei 1.500€ medi vivevo da sola in un piccolo appartamento, mi nutrivo egregiamente, mi spostavo quando volevo e – incredibile – facevo vacanze e andavo a trovare i miei genitori ogni tanto. Certo che vivere a Londra con 1.500€ è ben più dura, ma con qualche accortezza si può fare. Perché condividere un appartamento, all’estero, non è un’onta, ma semplicemente una roba da giovani. Attenzione, quindi. Chi vuole la pappa pronta, all’estero non sarà confrontato con problemi finanziari. Ma con la solitudine, con il non saper fare la lavatrice o stirare. Chi vuole pranzare ogni domenica con i nonni non solo eviti l’estero, ma rimanga nel raggio di 20 Km. Non spari però su chi vuole vivere da solo e magari diventare adulto. Saluti da Vienna,

Monica Mel